International Woman Day
- ylerichard

- 8 mar 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Devo ammettere che nonostante scrivere in un blog mi faccia sentire più libera dai mille pensieri che circolano nella mia testa, farlo regolarmente mi risulta difficile. Viaggiare per me è sempre stato una maniera di colmare la mia anima curiosa e a volte sembra proprio come una droga, e io che ne sono completamente dipendente non faccio in tempo a gustarne il momento, che sono subito in cerca di un'altra dose. Per questo normalmente rimango in una città solo per tre o quattro giorni, e spesso non ho il tempo di tirare fuori il computer e scrivere, perchè ci sono troppo cose da vivere li fuori! In questo momento però, ho deciso di fermarmi un pochino in un isoletta del Brasile che mi ha stregato il cuore, si chiama Florianopolis e vi parlerò presto di questo paradiso, ma oggi è una giornata speciale e voglio parlarvi di un argomento molto importante per me: l'essere donna.
Mi rivolgo particolarmente a voi donne che seguite questo blog, e chissà se vi ritroverete in alcune delle parole che leggerete.
Nella mia vita ci sono stati molti momenti in cui ho odiato essere una donna, mi riferisco a tutte quelle volte che involontariamente riuscivo a captare la differenza tra i due generi. Non sto parlando solo dei mille ormoni che abbiamo in circolo, delle mestruazioni, della ceretta a tenera età, e di tutte quelle frasi che ti accompagnano per tutta l'adolescenza come “se bella vuoi apparire un po' devi soffrire”, o “una chiave che apre tutte le porte è un ottima chiave, ma un porta che si apre con tutte le chiavi non vale niente”, ma a molto altro.
La nostra generazione è molto fortunata, 500 anni fa non avrei mai neanche potuto immaginare di avere un blog dove esprimere i miei pensieri e le mie emozioni, eppure ancora oggi ci sono delle sottili ma importanti differenze che spesso ci fanno sentire impotenti.
Più volte nella mia vita ho dovuto avere a che fare con l'impotenza, tutt'ora oggi.
Molte persone non comprendono le mie scelte, tante volte mi hanno fatto domande del tipo: "Ma non hai paura?" "E se ti rapissero?" "In Sud america non c'è la tratta delle bianche?" "Non rubano gli organi alla gente?". Insomma, pensano che sia sconsiderato che una donna viaggi da sola in paesi sconosciuti, e nonostante l'esagerazione di alcuni, non posso dargli tutti i torti, essere uomo mi darebbe molte più libertà, compreso viaggiare in posti dove la figura femminile ha ancora molti problemi.
Di fatti viaggiare sola ha spesso portato davanti a me dei limiti che è davvero difficile accettare, come quando a 24 anni in Asia tutte le persone del posto mi chiedevano incredule dove fosse mio marito, o quando in Malesia ho dovuto per forza farmi il bagno con la maglietta perchè già così avevo tutti gli occhi puntati addosso, per non parlare di tutte quelle violazioni in cui il mio corpo è stato toccato senza il mio consenso, una palpata in discoteca, un appoggio di troppo in metropolitana o come ad esempio a Dubai, quando ingenuamente ho accettato di farmi mostrare da un uomo come si indossasse il hijab (velo islamico) e lui ne ha approfittato toccandomi il seno.
Vorrei dire di aver sempre reagito come una donna tosta e forte, dando schiaffi o calci nelle parti bassi, ma purtroppo non è sempre stato così. Il fatto che un uomo o una donna si permettano di toccare il tuo corpo come se fosse il loro spesso ti coglie di sorpresa, senza sapere come reagire, e spesso in questi casi sono rimasta solo con un amaro senso di impotenza.
È difficile per me raccontare questi episodi, non mi è mai piaciuto apparire come la vittima della situazione, ma scommetto che ognuna di voi si è sentita così almeno una volta nella vita, sicuramente anche qualche uomo, e io sono stanca di tenermi tutto dentro e sentirmi sola quando non è così.
Tanto meno mi sento una vittima, anzi, sono forte abbastanza da non aver permesso che tutto questo mi controlli, sono ancora qui, a viaggiare da sola in uno dei continenti più maschilisti di tutto il mondo. La gente potrà pensare che sia sconsiderato, io lo chiamo VIVERE! Non si può permettere che la paura di qualcosa ci impedisca di fare quello che più si ama.
Nonostante io sia nata in un continente moderno come l'Europa, per tutta la vita ho imparato ad essere più attenta, a non dare nulla per scontato, ad avere un terzo occhio, e questo mi ha aiutata molto durante i miei viaggi. Sono consapevole che in alcuni paesi non posso vestirmi come voglio e non posso uscire sola di notte perchè non devo preoccuparmi solo del mio cellulare e dei miei soldi, ma anche del mio corpo. È un limite con cui dobbiamo convivere, ma che non ci può impedire di vivere i nostri sogni, soprattutto perchè non possiamo scartare una mela intera per una sola fetta marcia. Di fatti nei miei viaggi utilizzo molto Couchsurfing, una applicazione simile ad Airbnb, ma che ti permette di essere ospitata dalla gente del posto gratuitamente, senza volere niente in cambio se non un po di compagnia e chiaccherate su viaggi, lingue e culture diverse, e la maggior parte delle persone stupende che mi hanno ospitata sono tutti uomini, pronti ad aiutarmi in qualsiasi momento.
Allo stesso tempo, nonostante io sia femminista (che vuol dire credere nella parità dei sessi, non nella superiorità femminile) non posso pretendere che il mondo cambi in uno schiocco di dita. Qua in Sud America ad esempio, si nota spesso l'oggettivazione della donna, lo si può capire da alcuni testi delle canzoni latine dove la donna serve solo a muovere il sedere, o lo si può vedere nelle discoteche, dove l'uomo sta letteralemente fermo mentre la donna gli balla tutto intorno. Io non mi sento di giudicare nulla di tutto ciò, viaggiare significa anche conoscere parti di una cultura che non riesci condividere.
Non voglio neanche essere ipocrita, e nonostante io sia sempre stata una di quelle ragazze che preferisce pagare il conto a metà agli appuntamenti, non posso negare di aver approfittato della gentilezza di alcuni uomini, facendomi offrire un drink o sorridendo un po' di più per ricevere una mancia un po' più alta del solito. Ma non voglio neanche essere troppo dura con me stessa, e scommetto che un bel uomo riceverebbe lo stesso trattamento, e perciò la parità esisterebbe comunque.
Insomma, bastano pochi e piccoli cambiamenti per migliorare questo mondo, e i primi di cui abbiamo bisogno per farlo sono proprio i nostri cari e temuti uomini, che invece di sentirsi minacciati, possono farci da compagni in questa ricerca di parità. Lo mostra bene Freeda in questa intervista:
Per finire, voglio dire a noi donne, che siamo meravigliose, coraggiose, multitasking e incredibili. Non c'è nulla che non possiamo fare! Non dobbiamo avere paura di vivere i nostri sogni! Non aspettiamo di essere in compagnia di uomo per cercare di realizzarli, possiamo farlo anche da sole! Amiamoci di più e soprattutto sosteniamoci tra di noi, spesso le emozioni che vogliamo tanto nascondere sono le stesse che proviamo tutte quante. Smettiamo di provare invidia, di cercare di essere come qualcun'altra, accettiamoci per quello che siamo e gli altri faranno lo stesso, soprattutto per quanto riguarda il nostro corpo! Cerchiamo di essere più sicure di noi stesse!
Detto ciò, auguri a tutte voi e soprattutto alle donne della mia vita, quelle che mi fanno sentire come se non me ne fossi mai andata! Vi amo!








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